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Viaggio in Sicilia

11/06/2020

Su Pozzallo lo sguardo premuroso di Torre Cabrera

Città terrazza sul Mediterraneo, Pozzallo si lascia baciare dal sole tutto l’anno, mentre la salsedine e la frescura marina le solleticano la pelle. Sarà per questo che il mare è il suo grande compagno di vita
In inverno le onde scuotono l’orizzonte, in estate il fondale di sabbia fine traspare dalle acque limpide, mentre i sentimenti del viaggio, la nostalgia, l’attesa, il ritorno, la partenza, colorano la tavolozza emotiva di questa piccola città sin dal grembo materno. Passeggiare lungo la costa, respirare il profumo del mare: una piacevolezza dell’anima prima ancora che del corpo, mentre su tutto si stende l’ombra rassicurante di Torre Cabrera, simbolo della città nel mondo.

Torre Cabrera, guardiana amorevole di Pozzallo
Dopo Lampedusa e Linosa, Pozzallo è il comune più a sud d’Italia e l’unico della provincia ragusana a essere bagnato dal Mediterraneo. Il suo porto è il cuore pulsante dell’economia cittadina: porta d’ingresso e di uscita di merci e persone verso il Mediterraneo, è passato, presente e futuro. L’identità cittadina a Pozzallo è scalfita su ogni pietra, si nasconde dietro ogni angolo, trova riparo in ogni via che assiste allo scorrere lento della vita: perché qui ogni centimetro è scrigno di segreti sussurrati, aneddoti tramandati, episodi più o meno avventurosi.

La storia di un paese di piccole dimensioni è raro risieda in grandi palazzi, piuttosto in dettagli che per quanto piccoli sono molto preziosi.

A Pozzallo è così, ma c’è di più: una raffinata custode del tempo il cui sguardo amorevole poggia su ogni minuzia, mentre il suo maestoso prospetto si tuffa nelle acque. È Torre Cabrera: t’insegue, ti controlla, ti protegge, presenza piacevolmente ingombrante, riparo sicuro, guardiana fedele.
Torre Cabrera prende il nome dall’illustre famiglia catalana dei Cabrera il cui esponente conte Bernando ottenne dalla corona spagnola tutta la Contea di Modica come ringraziamento per il suo appoggio nella riconquista della Sicilia contro i ribelli Chiaramonte. Lungo tutta la costa siciliana è consuetudine ritrovare vecchie torri costruite nei secoli a difesa dell’isola dagli attacchi dal mare, ma Torre Cabrera non assolveva solo a questo scopo.

Dai Chiaramonte ai Cabrera: la storia della torre
Nel Trecento la famiglia Chiaramonte aveva fatto costruire a Pozzallo un caricatore, una specie di scalo con pontili e scivoli e magazzini che serviva per l’imbarco delle merci sulle navi. Nei magazzini erano conservate tonnellate di scorte alimentari, preda ghiotta per i pirati che all’epoca scorrazzavano nel Mediterraneo, soprattutto il grano che da Pozzallo partiva per tutto il mondo. Con l’investitura di Bernardo il caricatore fu ampliato ulteriormente, divenendo sempre più importante dal punto di vista commerciale e quindi economico. Da qui l’idea del suo successore Giovanni Bernardo Cabrera di costruire una torre che da una parte accogliesse la residenza patronale e dall’altra difendesse la costa. Alta 28 metri, tre piani oltre la terrazza, la torre divenne il perno attorno a cui nei decenni successi si espanse costantemente la città, fino a diventare il suo simbolo nel mondo. Nei secoli ha mantenuto la sua fierezza, è sopravvissuta allo spaventoso terremoto del 1693 che ne danneggiò solo un’ala, e oggi è monumento nazionale di proprietà della Regione Siciliana. Testimonianza della memoria storica della città e della Sicilia intera.

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