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Viaggio in Sicilia

06/11/2025

La Valle dei Templi di Agrigento

Nel cuore caldo della Sicilia, laddove le colline si distendono verso il mare e l’azzurro dell’orizzonte si fonde con le tracce del passato, si erge un luogo sospeso fra mito e storia: la Valle dei Templi di Agrigento. È qui che, tra cipressi e mandorli, tra vento e luce dorata al tramonto, la grandezza dell’antica Akragas parla ancora attraverso la pietra. Oggi Despar Sicilia fa tappa nel più grande parco archeologico d’Europa e del Mediterraneo.

Agrigento e la sua Valle

Agrigento, adagiata sulla costa meridionale della Sicilia, domina un paesaggio che unisce mare e colline. L’antica città, conosciuta come Akragas, fu fondata intorno al 582-581 a.C. da coloni provenienti da Rodi e da Gela. Nel V secolo a.C. la città conobbe il suo splendore massimo. Sorsero opere grandiose: templi dorici, infrastrutture, arti e scuole di pensiero. In epoca romana la città divenne Agrigentum, mentre i Normanni la ribattezzarono Girgenti. L’area fu interessata da molteplici dominazioni che lasciarono tracce, modifiche e memorie, ma il cuore monumentale della polis greca rimase come testimonianza eterna della sua grandezza.

La città moderna si adagia sulla Rupe Atenea e sul colle di Girgenti, affacciandosi sull’entroterra e guardando al mare. Poco distante dal centro, lungo un crinale che degrada verso la piana e verso l’azzurro del Mediterraneo, si apre la Valle dei Templi: un complesso di templi, santuari, necropoli e vestigia monumentali, un tempo parte integrante della polis greca di Akragas. Già da lontano il paesaggio incanta. L’orizzonte ampio, il mare non lontano, la luce che scolpisce le colonne doriche. È un luogo in cui la natura e la storia si fondono, dove ogni pietra sembra custodire voci antiche; un museo all’aperto che respira il vento della Sicilia.

L'area archeologica

La Valle dei Templi si snoda lungo la cosiddetta Via Sacra, tracciato moderno che guida visitatori e studiosi in un viaggio attraverso i secoli. Qui si incontrano le vestigia di undici templi in stile dorico, ciascuno con la sua storia e il suo enigma, affiancati da tre santuari che custodiscono il respiro del sacro. Tutt’intorno si estendono necropoli di epoche diverse – da Montelusa a Mosè, da Pezzino alla necropoli romana, fino alla celebre tomba di Terone e ai sepolcri paleocristiani – che rendono l’area un mosaico di memorie collettive. Le tracce del quotidiano emergono anche nelle opere idrauliche, come il giardino della Kolymbetra e gli ipogei sotterranei, e nelle robuste fortificazioni che un tempo difendevano la città. Nel cuore del parco riaffiorano i resti di un quartiere ellenistico-romano: l’Agorà inferiore, vicina all’imponente tempio di Zeus Olimpio, e l’Agorà superiore. Completano il quadro un Olympeion di età classica e il Bouleuterion, sede dell’assemblea cittadina in epoca ellenistica.

I templi principali

Fra le rovine della Valle si ergono ancora i colossi di pietra che resero Akragas “splendida tra i mortali”, come la definì Pindaro. Il Tempio della Concordia, costruito intorno al 430 a.C., è il meglio conservato: armonioso nelle proporzioni, fu trasformato in basilica cristiana nel VI secolo d.C. dal vescovo Gregorio e riconsegnato alla sua forma originaria nel 1787. Il Tempio di Giunone, noto anche come Hera Lacinia, posto in posizione dominante sul crinale, potrebbe in realtà essere stato dedicato ad Atena secondo alcuni ritrovamenti. Il Tempio di Ercole, più antico, si distingue per le colonne possenti, alcune rialzate nel secolo scorso dopo essere state abbattute da un terremoto. Colossale e incompiuto, il Tempio di Zeus Olimpio continua a stupire per la sua smisurata ambizione: avrebbe dovuto essere tra i più grandi dell’antichità, con statue alte oltre sette metri a sostenerne l’alzato. Il Tempio dei Dioscuri, ridotto oggi a quattro colonne a causa di terremoti e incendi, è diventato un simbolo iconico di Agrigento. Ognuno di questi templi è una voce di pietra che racconta il fasto, la fede e la memoria di una città che continua a parlare attraverso i secoli.

Un simbolo vivo

La Valle dei Templi è un emblema universale per la Sicilia e per l’Italia, è un ponte fra ciò che siamo stati e ciò che siamo. Testimonianza della Magna Grecia, è un luogo che ha ispirato filosofi, poeti, artisti e scrittori; materia viva di riflessione sul tempo e sull’identità. Oggi il Parco Archeologico, che si estende per oltre 1300 ettari, è il più vasto del Mediterraneo e d'Europa, ed è stato inserito dall’UNESCO, nel 1997, fra i Patrimoni Mondiali dell’Umanità. All’interno dell’area sorge anche il Museo Archeologico Regionale Pietro Griffo, che custodisce oltre 5.600 reperti: un percorso che racconta la storia del territorio dalla preistoria all’età greco-romana.

La Valle dei Templi continua così a vivere non solo come memoria, ma come presenza: un luogo dove la bellezza resiste al tempo, e dove, al tramonto, le colonne doriche si tingono d’oro e sembrano ancora parlare agli dèi.