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Viaggio in Sicilia

07/05/2020

U Cannuni, il castello forziere, anziano custode di Mazzarino

La Sicilia ci ha abituati alla continua sorpresa: ogni piccolo passo regala sempre una meraviglia. Il paesaggio, l’arte, la storia, la cucina: l’Isola è un forziere di perle preziose. Tra queste ci sono i castelli: lungo tutta la regione sono sparsi come coriandoli, testimonianza di un passato fatto di dominatori e conquiste. A Mazzarino, piccolo comune in provincia di Caltanissetta, sorge U Cannuni, così è chiamato il Castelvecchio dagli abitanti del paese. Imponente, suggestivo, fu scelto anche come set per una puntata della famosa serie televisiva La piovra. Ancora oggi domina sulla città, la protegge come un anziano custode.

Il Castelvecchio: logorato nel fisico, fiero nello spirito

Mazzarino è la culla del barocco siciliano nella provincia nissena, ha delle chiese meravigliose e palazzi di grande valore. La sua storia è antica, il centro attuale affonda infatti le sue radici in età medievale, adattandosi via via alle trasformazioni del tempo.

Simbolo delle città è il Castelvecchio, amorevolmente chiamato dagli abitanti della zona U Cannuni. Un appellativo che nasce dall’unica torre cilindrica superstite della struttura che assomiglia appunto a un cannone. Il Castello di Mazzarino assiste allo scorrere della vita locale da secoli, ne diventa spettatore e protettore.

Della sua costruzione non si sa molto, si pensa sia di origine romano-bizantina. La sua pianta doveva essere composta da quattro torri cilindriche a scopo difensivo – dalla sua postazione permetteva infatti di controllare le vallate dei torrenti Braemi e Disueri – legate da cordoni murari all’interno dei quali si formavano i vari ambienti e cortili. Per accedervi, tra le due torri a ovest era stata costruita un’apertura a sesto acuto.

Notizie più certe della storia del castello si hanno dalla fine del 1200 quando insieme alla città fu acquistato dalla famiglia Branciforti. Fu dimora di signori e conti per anni, due delle torri erano adibite all’abitazione dei nobili, mentre le altre due lasciate sicuramente a scopi difensivi. Diverse volte ristrutturato, alla fine fu abbandonato allo scorrere del tempo che oggi ha risparmiato ben poca cosa.

Ma U Cannuni non cede: negli anni ’80 nella sua area esterna è stato costruito un teatro che ha accolto bellissimi spettacoli dalla scenografia mozzafiato: da una parte il castello appunto e dell’altra, in lontananza, l’Etna. È stata rifatta persino la strada per accedervi, basta arrampicarsi un po’ sulla collina per ammirarlo: pur logorato nella sua fisicità, mostra ancora tutta la sua fierezza, baule di storie principesche, amori e duelli, testimone di secoli di avventure.

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