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Viaggio in Sicilia

06/02/2020

Un’anima cheta che a febbraio si desta: a Regalbuto arriva il Carnevale

È da oltre 130 anni che i regalbutesi scendono in piazza per festeggiare il Carnevale, uno dei più antichi della Sicilia e tra i più divertenti. Per un mese intero Regalbuto, piccolo paese in provincia di Enna, si anima delle musiche e dei colori delle migliaia di maschere e dei numerosi carri allegorici tipici della festa. Ma è soprattutto il ballo la caratteristica che contraddistingue questo Carnevale: in coppia, in gruppo, da soli: Regalbuto accoglie un’esplosione di danze che raggiunge il suo momento clou nei tre giorni che precedono il Mercoledì delle Ceneri, quest’anno il 23, 24 e 25 febbraio. Ogni anno si rinnova l’incontenibile allegria che contagia grandi e piccini e che trasforma l’atmosfera cittadina, quieta e rilassante per il resto dell’anno.
Nel cuore della Sicilia, al cospetto dell’Etna, Regalbuto è dedito alla coltivazione del frumento, di alcune leguminose, degli oliveti e degli agrumi: una vegetazione che pittura delle innumerevoli sfumature di verde tutto il paesaggio, mentre ‘a Muntagna sovrasta l’orizzonte.

Regalbuto, un quadro pittorico
A guardare Regalbuto da lontano, due cose colpiscono la vista. La prima è sicuramente l’Etna che con la sua maestosità si erge a custode del piccolo paese. La seconda è una chiesa, la chiesa madre San Basilio, dalla sinuosa facciata e dall’imponente campanile che arricchisce di bellezza il profilo frastagliato della città.

La leggenda del viaggiu cu l'armi do priatoriu
Un antico racconto popolare narra che una notte d’autunno il suono dell’orologio della chiesa madre svegliò un contadino. Pensando fosse mattino, l’uomo si preparò per andare nei campi. Sistemò l’asino e s’incamminò, giunto alla chiesa di San Sebastiano trovò la porta spalancata e una luce splendente che irrompeva dall’edificio. Dentro era in corso una messa, decise così di entrare e di assistere alla celebrazione, pensando fosse la prima della giornata. A un tratto un vecchietto gli si avvicinò e gli consigliò di andare via. Solo a quel punto il contadino capì che era ancora notte e che stava assistendo a una messa speciale: era il rito a cui ogni sera, a mezzanotte, le anime dei defunti andavano ad assistere nel cosiddetto viaggiu cu l'armi do priatoriu, viaggio con le anime del purgatorio, in tutte le chiese del mondo e che solo le persone buone, pie, senza cattiveria, potevano vedere.

La Matrice: la luce interna danza con l’armoniosa facciata
Si erge su un antico tempio sulla piazza più importante della città, piazza della Repubblica. La chiesa madre di Regalbuto fu costruita intorno al 1764, ma alcune testimonianze sembrano ritrovarne la presenza già nel 1500. All’interno, a colpire è la luce, in un continuo gioco di ombre e chiarori: proviene dalle grandi finestre poste sulle cappelle e dalla cupola che illumina tutto, quasi fosse un grande salone delle feste. Sulle bianche pareti spiccano gli stucchi dorati, mentre la vista è catturata dal bellissimo organo rivestito da oro zecchino che troneggia sull’abside.
L’esterno della chiesa madre colpisce per la sua imponenza: il campanile con la sua alta torre offre un meraviglioso panorama sulla città e dintorni, mentre le colonne di stile tardo-barocco e l’armoniosa facciata si integrano perfettamente con l’ambiente vicino.
In un’apposita cappella all’interno della chiesa sono custodite alcune reliquie del patrono san Vito - parte del cranio, un braccio e un piede -, che visse nel paese alla fine del 200 d.C. C’è anche una statua che raffigura il santo dormiente, in ricordo di un miracolo che il patrono fece in città.

San Vito fa il suo primo miracolo
Durante la sua fuga dalle punizioni di Valeriano per essersi fatto battezzare, Vito si fermò a Regalbuto dove fece il suo primo miracolo. Nei pressi della chiesa dei Cappuccini, si racconta, dei cani affamati sbranarono un bambino. I pastori cercarono aiuto, richiamando l’attenzione di Vito che aveva trovato riparo insieme alla sua nutrice Crescenzia e all’istitutore Modesto in una grotta vicina. Il giovane impose ai cani di restituire i brandelli smembrati, li ricompose e ridiede vita al fanciullo. In ricordo di quest’evento miracoloso la città fece realizzare una statua del santo dormiente, oggi conservata nella chiesa madre.

Il Carnevale di Regalbuto: la festa dei balli per tutta la città
Un’anima tranquilla, quella di Regalbuto, che riserva una sorpresa che non ti aspetti: il Carnevale. Tre giorni di assoluta frenesia, anche se gli eventi si susseguono per un mese intero, durante i quali la cittadina cambia assolutamente aspetto, accogliendo tantissimi turisti e soprattutto vestendosi a festa, grazie ai colori, alle luci, ai luccichii di migliaia di costumi, maschere e carri, preparati con cura nei mesi precedenti da abili artigiani. I regalbutesi e tutti i visitatori sono coinvolti in balli scatenati per le vie e le piazze cittadine. Momento più atteso e divertente sono le contradanze, uno spettacolare ballo di gruppo con 12 coppie vestiti con gli abiti dei contadini di un tempo. In passato questa danza era un saluto alla primavera e insieme rito propiziatorio per un buon raccolto, oggi mantiene tutta la sua originalità e vitalità. In programma anche un concorso in maschera e una lotteria (per info su come partecipare). Quella del 2020 sarà la 73^ edizione del carnevale di Regalbuto, in programma dall’1 al 25 febbraio, anche se la città lo festeggia da oltre 135 anni ed è sempre tanta, tanta allegria.

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