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Viaggio in Sicilia

03/10/2019

San Cono, il comune al gusto di ficodindia

Il bastardone. È chiamato così il ficodindia a San Cono. Il comune collinare in provincia di Catania, soprannominato addirittura la “capitale del ficodindia”, dedica al suo frutto di eccellenza una grande manifestazione: dal 1984, ogni anno a ottobre si veste a festa in occasione della Sagra del Fico d'India, appuntamento ormai storico per tutta la zona e per l’intera Sicilia.
Un tripudio di esposizioni di ficodindia oltre che di prodotti culinari a base di questo frutto così particolare, per un lungo fine settimana del gusto. Quest’anno la sagra si svolgerà dall’11 al 13 ottobre e sarà come sempre un’importante vetrina di promozione, richiamando tantissimi turisti, appassionati e addetti ai lavori.
Prodotto Dop, il ficodindia di San Cono è riconoscibile per le sue grandi dimensioni e per la sua buccia dal colore intenso che, in base alle varietà, può assumere una sfumatura dal verde al giallo-arancio per la Surfarina, dal verde al rosso rubino per la Sanguigna, o dal verde al giallino per la Muscaredda.
Polposo e molto dolce, si presta a tantissimi utilizzi in cucina: da solo o come ingrediente nella preparazione di particolari ricette, è un ottimo alleato nella gastronomia tradizionale locale grazie al suo sapore dolciastro che lo distingue dalle altre produzioni regionali. Eccolo allora servito ripieno, con provola e cipolla; come condimento di riso o piatti a base di carne; persino nelle insalate, mentre per i più golosi dà il meglio di sé nelle mostarde e confetture.
Un gioiello prezioso per l’economia della zona interessata per la maggior parte dalla ficodindicoltura, grazie a un clima e a una conformazione del terreno che la rendono perfetta per questa particolare attività agricola che, pur essendo presente da sempre, ha subito un forte impulso di crescita dagli anni ’70 in poi.
La sagra, che quest’anno festeggia la 35ª edizione, è il momento ideale per visitare San Cono, il cui nome è legato a una leggenda speciale. Si racconta infatti che un giorno un frate di Naso fece visita al marchese Trigona per acquistare del grano. Tuttavia il monaco non aveva con sé il denaro sufficiente per comprarlo, così offrì al marchese come pegno un anello prezioso, con la promessa che avrebbe fatto presto ritorno per saldare il debito. Il marchese acconsentì e il frate andò via col suo grano. Passarono i giorni, ma del monaco neanche l’ombra. Il marchese un po’ spazientito partì allora per cercarlo. Arrivato a Naso, chiese del frate, ma nessuno riuscì ad aiutarlo. Ed ecco che, proprio quando iniziò a pensare di essere stato derubato, sulla parete di un convento, vide un quadro raffigurante il frate: era San Cono morto cinque secoli prima. Per il marchese si trattò di un vero e proprio miracolo: decise così di fondare un paese e lo chiamò San Cono.
Se questa leggenda circonda di fascino il piccolo comune etneo, a ottobre sono i colori del ficodindia e la sua dolcezza a conquistare i visitatori.

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