Ciao!
Accedi alla Despar Sicilia

LOGIN

Viaggio in Sicilia

06/04/2023

IL RATTO DI PROSERPINA, OVVERO LA NASCITA DELLE STAGIONI.

Un'epoca felice

C'era stato un tempo in cui Cerere e Proserpina, la sua bellissima figlia, vivevano felici sulla terra.
Cerere, dea primigenia dell'agricoltura, aveva insegnato agli uomini come coltivare i campi e, lavorando instancabilmente, donava loro un'abbondanza senza fine: la terra era florida allora, ricca di fiori e frutti, generosa nei raccolti.
Mentre la madre lavorava, la giovane Proserpina si divertiva a giocare con le amiche nei campi finché un giorno, mentre raccoglieva fiori intorno al lago di Pergusa, non fu notata da Plutone, dio degli inferi, risalito in superficie a spiare la vita sulla gioiosa terra.
Come la vide, Plutone se ne innamorò e, consapevole che non avrebbe mai accettato di diventare sua moglie, decise di rapirla. Fu un attimo: si lanciò al galoppo verso la ragazza e afferratala per i capelli, la issò sul suo carro d'oro trainato da cavalle immortali, scomparendo insieme a lei nell'oltretomba. A nulla valsero le grida e le suppliche della ragazza, che si ritrovò così intrappolata nel regno dei morti.

La disperazione di Cerere

Cerere nel frattempo, non vedendola tornare, chiama a gran voce la figlia, cercandola in lungo e in largo, via via più disperata. Passarono così nove giorni e nove notti, finché il decimo giorno Cerere affranta si rivolse direttamente a Giove, re degli dei, implorandolo di restituirle la figlia. Questi però era restio ad intervenire, non volendo tradire suo fratello Plutone, così Cerere, pazza di dolore, decise di vendicarsi provocando una grande carestia su tutta la terra.
La fame e la siccità sterminavano uomini e animali, ma Cerere si dimostrava sorda a invocazioni e preghiere: a tutti rispondeva che solo il ritorno di Proserpina l'avrebbe convinta a tornare alle cure dei campi.
Giove allora inviò Mercurio nel regno dei morti con l'ordine che Proserpina fosse restituita a sua madre, ma ormai era tardi: Proserpina aveva ceduto alla fame e aveva assaggiato sei chicchi di melograno che le erano stati astutamente offerti da Plutone. Quei chicchi rossi, dolci e succosi, simbolo d'amore, sancivano il legame tra Plutone e Proserpina, che così era diventata sua sposa.

Autunno, Inverno, Primavera, Estate

La disperazione della ragazza e il dolore della madre mossero però Giove a compassione. Fu deciso che Proserpina, avendo mangiato solo sei chicchi di melograno, avrebbe vissuto sei mesi nel regno dei morti come sposa di Plutone e sei mesi sulla terra insieme alla madre.
Ed è così che nei mesi autunnali ed invernali, quando Proserpina è con Plutone negli inferi, la terra è triste e spoglia, mentre in primavera ed estate, quando Proserpina può ricongiungersi con la madre Cerere, la terra rifiorisce e torna gioiosa.