Ciao!
Accedi alla Despar Sicilia

LOGIN

Viaggio in Sicilia

01/02/2023

Cento Pozzi, tracce di un passato lontano.

A Ragusa, lungo la strada provinciale Beddio-Trasauro-Piombo, c'è una contrada dal nome suggestivo: "Cento Pozzi", così chiamata per la presenza in zona di un misterioso complesso di cisterne comunicanti tra loro, scavate probabilmente in epoca preistorica. In parte ancora visibili, ma per lo più distrutti o interrati, i pozzi si inseriscono in un'area che presenta ancora le tracce di insediamenti arcaici, tra cui un'antica catacomba e una città di epoca probabilmente bizantina.

Una tabacchiera magica, con un segreto al suo interno.

Il cunto popolare, che a tutto trova una spiegazione spesso magica, sicuramente fantasiosa, narra così l'origine dei "Cento Pozzi".
Pare che la tenuta su cui sorgono i cento pozzi fosse tenuta a gabella da due compari, su cui entrambi faticavano ogni giorno: l'uno però, all'insaputa dell'altro, possedeva una tabacchiera magica al cui interno erano nascosti dei diavoli che faceva lavorare al posto suo. Intrappolati per l'eternità nella tabacchiera, i diavoli erano costretti ad ubbidire a chiunque l'avesse aperta e svolgere il lavoro che veniva loro ordinato. Così, a fine giornata un compare era fresco e riposato, mentre l'altro, pur lavorando fino allo sfinimento, non riusciva mai ad eguagliare il lavoro del proprietario della tabacchiera.
Caso volle che un giorno quest'ultimo fosse costretto ad andare in città e nella fretta dimenticasse nella tenuta la preziosa tabacchiera, mentre il compare, stremato come sempre dal lavoro, decideva di concedersi una pausa approfittando di un po' del tabacco dell'amico.

Come si suol dire... Contadino, cervello fino.

Grande fu il suo spavento quando, aprendo la tabacchiera rimasta incustodita, si ritrovò accerchiato dai diavoli che gli chiedevano un lavoro da svolgere.
Preso dal terrore, il poveretto ordinò loro di scavare cinquanta pozzi e subito cominciò a correre per scappare il più lontano possibile. Non valse a nulla: fu raggiunto immediatamente dai diavoli che, terminato in fretta il lavoro, freneticamente gliene chiedevano dell'altro. L'uomo comandò allora di costruire altri cinquanta pozzi su un terreno più duro, ma neanche questo bastò: pochi minuti dopo se li ritrovò nuovamente davanti, più scatenati che mai.
Stavolta però l'uomo, che aveva avuto qualche minuto in più per riflettere, diede loro un compito più difficile: comandò loro di costruire una chiesa.
Nonostante la riluttanza iniziale, i diavoli, che erano costretti ad obbedire, si misero subito a lavoro: fu così che nacque secondo la leggenda Santa Maria delle Scale a Ragusa.
A lavoro ultimato fu facile per l'uomo rinchiudere nella tabacchiera i diavoli ormai debilitati dalla vicinanza col sacro e tornare alla vita di sempre, senza che il compare ne sapesse mai nulla.