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Viaggio in Sicilia

16/01/2020

A Scordia, la città delle Arance Rosse di Sicilia, la salute in uno spicchio

Il verde dei suoi giardini, così sono chiamati gli agrumeti in questa zona, acceca la vista, mentre il profumo stuzzica l’olfatto. Uno sguardo su Scordia è un piacere dei sensi, passeggiata organolettica alla scoperta di uno dei frutti più famosi di Sicilia, l’Arancia Rossa.

Adagiato sulla piana di Catania, al confine tra il capoluogo etneo e quello aretuseo, il piccolo comune è conosciuto proprio come la città delle Arance Rosse. Tra Sanguinello, Moro, Tarocco, non c’è che l’imbarazzo della scelta: una tappa a Scordia è una ricarica assicurata di salute. Le arance a polpa rossa sono un concentrato di antociniane, particolari sostanze che ne pigmentano la polpa e il succo e che donano a questi frutti proprietà terapeutiche e curative davvero eccezionali.

Tutta l’area è nota per la coltivazione di questi agrumi. L’agrumicoltura iniziò a diffondersi nel XV secolo con l’introduzione dell’arancio dolce da parte dei Portoghesi e dei Genovesi – alcune testimonianze rilevano che nel X secolo erano presenti l’arancio amaro e il limone, ma con mediocri risultati. Si racconta che all’inizio il “nuovo” frutto venisse perlopiù visto come dono prezioso da offrire ai forestieri. Solo con gli innesti arrivati da Piazza Armenia la coltura subì infatti un forte slancio, facendo dell’agrumicoltura il settore trainante dell’economia locale, grazie al connubio felice di condizioni pedoclimatiche ottimali e tecniche di coltivazione efficaci.
Arance rosse dolci e molto succose: sono queste le caratteristiche che rendono uniche queste produzioni a marchio IGP. Tra tutte spicca il Tarocco che proprio a Scordia trova la sua patria di eccellenza.

Col tempo anche il paesaggio si è adeguato alla nuova vocazione agricola, divenendo oggi uno schizzo cromatico dalle vivaci sfumature del verde, dell’arancione e del giallo. Non a caso negli anni sono nate in zona diverse strutture ricettive immerse nella verde pianura, che offrono una sosta rigenerante nella natura per ammirare la mutevolezza dei colori in base alla stagione dell’anno. Tra un assaggio culinario, una pausa rigenerante e un’escursione alla vicina Etna, non può mancare una visita al paese il cui nome, di origine greco-bizantina, si sostiene richiami la mitica colonia lentinese di Scordion, che significa aglio, a indicare la fertilità del suolo.

Nel territorio sono stati ritrovati resti risalenti al periodo greco e a quello romano; in seguito fu signoria normanna e dopo ancora proprietà feudale della sede apostolica, per passare infine sotto il controllo di alcune famiglie nobiliari, a una delle quali, i principi Branciforte, possessori fino ai primi dell’‘800, si deve la rifondazione dopo un periodo di spopolamento. Della loro presenza in città resta l’omonimo castello.

Tra i monumenti da visitare spiccano la barocca chiesa madre di San Rocco, la chiesa di San Giuseppe in stile neoclassico, la chiesa di Santa Maria Maggiore di origini molto antiche e la chiesa di Sant’Antonio al convento, che custodisce le tombe dei principi di Scordia, Palazzo Modica e Palazzo Vecchio-Majorana, sede della Biblioteca Comunale e del Museo Civico Etno-Antropologico e Archivio Storico Mario De Mauro.

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