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Viaggio in Sicilia

26/12/2019

Natale in Sicilia, a Monterosso Almo la suggestione del presepe vivente

Il disastroso terremoto del 1693, che rase al suolo il Val di Noto, non risparmiò neanche il piccolo comune di Monterosso Almo, in provincia di Ragusa: oltre 200 le vittime e quasi l’intero paese distrutto. Oggi, ricostruito ancora più in cima della montagna – siamo sui Monti Iblei –, è il comune più a nord della provincia ragusana e il secondo meno abitato, dopo Giarratana.
Ma si sa, a volte le cose piccole sono le più preziose e così Monterosso Almo, nel suo essere minuto, è tra i borghi più belli della Sicilia.

Un paesaggio incantevole, la genuinità dell’aria che si respira, la sana cucina locale, la semplicità della gente, un forte senso di appartenenza alla comunità rendono la piccola cittadina di neanche 3000 anime un luogo di altri tempi, dove rigenerarsi e riacquistare il contatto primordiale con il proprio essere.

Qui a Natale va in scena uno dei presepi viventi più caratteristici della regione, grazie a una scenografia naturale di estrema suggestione. Ogni angolo, lungo il percorso da seguire per visitare il presepe, è una sorpresa, un ritorno negli anni passati. Il falegname, il fabbro, il contadino, il calzolaio, le massaie, la sarta e tanto altro: gli scenari della vita antica sono minuziosamente ricostruiti, regalando piacevoli ricordi alle generazioni più avanti con l’età e testimonianze importanti della memoria collettiva ai più giovani. Uno scorcio dona uno sguardo sulle lavandaie che sciacquano ‘a robba, accanto le donne filano davanti al focolare; i bambini scorrazzano per strada, mentre i maschi lavorano nelle loro botteghe o si ritrovano per le chiacchiere serali.
La storia si snocciola via via lungo le stradine elette a set affascinante, per raggiungere il culmine nella scena raffigurante la Natività, con San Giuseppe, la Madonna e Gesù Bambino riscaldati da un vero bue e un vero asinello: apice narrativo ed emozionale d’incanto estremo.

Le temperature un po’ rigide rendono l’ambientazione ancora più evocativa. Dopo, per recuperare le energie, è d’obbligo una pausa culinaria.

Specialità indiscussa è il pane: famoso u scacciuni che è condito con olio, origano e il capuliatu, il tipico pomodoro essiccato al sole. I maestri fornai si deliziano a dargli delle forme particolari in occasioni di ricorrenze speciali, come quella del seno per la festa di Sant’Agata, di gola in onore di San Biagio o di occhi per Santa Lucia.
Un inno al piacere poi con i cavatieddi, i cavati fatti in casa, arrotolati con le dita e conditi con il sugo di maiale; con i legumi, come ‘u ciciruocculu, la cicerchia, con la cui farina si preparano i patacò con verdure; con i funghi, ricchissimi nella zona, con in testa i pleurotos o fungi ri panicauru, proposti in tantissime varianti. Che dire ancora delle carni, dalla salsiccia alla carne arrostita di cinghiale, agnello o maiale.
Monterosso Almo offre piatti tipici per ogni periodo dell’anno. A Pasqua ad esempio è tripudio di pastieri, pasticcetti di carne tritata di agnello e capretto conditi con pepe, formaggio, uova; di ‘mpanate, farcite con spinaci, salsa, ricotta, carne, broccoli e salsiccia. Per la festa del Santo Patrono non ci si può esimere dall’assaggiare il tipico u iaddu chinu, il gallo ripieno con carne, riso e varie spezie.
Non mancano i dolci: è una delizia assaggiarli tutti, come quelli alle mandorle, i marmarati, i maretti fatti soltanto di mandorle, i totò che oltre alle mandorle contengono il cioccolato e il torrone con aggiunto miele e zucchero; gli speciali biscotti con i viscotta scaurati (bolliti), i giammelli(ciambelle con le uova), gli squisiti e i biscotti al latte fatti in casa; le cassate di ricotta a Pasqua, le crispelle per San Martino, i ravioli di ricotta e la pagnuccata per carnevale. E come se non bastasse, da assaggiare anche le diverse varietà di miele, come quello di zagare, di satra (timo selvatico), millefiori, e poi le confetture di marmellate e la mostarda preparata con il mosto di vino.
Monterosso Almo è davvero un’eccellente e irresistibile concentrazione di sapori, piatti della tradizione che fanno parte della memoria collettiva, da custodire e tramandare.

E se il suo cuore pullula di gusto e famiglia, il suo guscio ha il profumo dei boschi, con il Parco forestale Calaforno e il bosco Canalazzo, che circondano la cittadina, ideali per una passeggiata rilassante. Proprio l’ipogeo di Calaforno, è stato rilevato di recente, fu inizialmente usato come luogo di sepoltura, poi come luogo di abitazione e, nel periodo romano, come luogo di rifugio dei cristiani, a testimonianza delle radici antichissime del paese.

Una scoperta che non ti aspetti: Monterosso Almo è un angolo di paradiso in cui il ritmo della giornata è scandito ancora dalle campane del paese e la vita scorre tranquilla.

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