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Viaggio in Sicilia

19/12/2019

Un’opera d’arte al naturale, Petralia Soprana e la piacevolezza dello scorrere del tempo

Arrivarci è un po’ tortuoso, ma una volta lì il panorama fa dimenticare ogni tornante. Petralia Soprana è una cartolina vivente, un biglietto da visita della Sicilia a cui non si può resistere. È un’opera d’arte, una scultura minuziosamente creata dallo scalpello della natura. Nel 2018 è stata nominata Borgo più bello d’Italia: non poteva che essere così. Incanta con la sua bellezza paesaggistica, con la sua atmosfera antica e accogliente, con la sua prelibata cucina e i suoi monumenti.

Con un’altitudine massima di 1647 mt, Petralia Soprana è il comune più alto del comprensorio delle Madonie. Distante da Palermo 100 km, il borgo è percorso dal fiume Salso e abitato da poche migliaia di persone. Un’oasi di benessere da godere tutto l’anno, gustando delle diverse sfumature di colore che la vita assume di stagione in stagione. In inverno la neve adorna il paese di bianco, rendendolo una suggestiva città presepe. Le sue casette, le stradine che s’intersecano fra loro, arrampicandosi sulla montagna, le chiese che restano il punto di riferimento della vita cittadina: ogni angolo è sfiorato da una speciale magia che nei mesi più freddi, a Natale specialmente, trasforma il borgo in uno scenario fiabesco.

L’estate regala tutt’altra atmosfera: l’aria fresca di montagna, il verde tutt’intorno, la quiete che circonda ogni cosa offrono un lembo di paradiso rigenerante. Passeggiare tra i vicoli, visitare i monumenti, assaggiare le prelibatezze locali regalano una pausa rigenerante da ogni stress quotidiano.

Petralia Soprana è così: ti dona la piacevolezza dello scorrere lento del tempo, ti ossigena con la sua semplicità e ti rincuora con la sua pacata arrendevolezza alla vita. Non c’è un futuro ansiosamente incombente, ma solo un presente da vivere.

Tra i monumenti da visitare la chiesa di Santa Maria di Loreto, in passato antica fortezza saracena, poi trasformata dai Carmelitani Scalzi in convento. Nel XVIII secolo la chiesa fu consacrata a Santa Maria di Loreto e modificata in chiave barocca con caratteristiche guglie filiformi maiolicate sul prospetto simmetrico. All’interno si può ammirare l’ancona marmorea di Giandomenico Gagini che raffigura quattro episodi della parabola cristiana e le statue lignee dei santi Cosma e Damiano dell’artista Filippo Quattrocchi.

Altra meraviglia da ammirare è la chiesa del Salvatore, la cui struttura a pianta ellittica è unica nel comprensorio delle Madonie, forse eredità di una vecchia moschea poi trasformata dai Normanni in tempio cristiano. In piazza Duomo c’è la bellissima chiesa madre degli apostoli Pietro e Paolo, sormontata su entrambi i lati da due antichi campanili, uno risalente all’epoca normanna, l’altro del Settecento che custodisce la Campana dell’Unione del peso di 18 quintali. All’interno è possibile ammirare un Cristo del 1623 a grandezza naturale dai particolari straordinari, il primo crocifisso intagliato dallo scultore Frate Umile che si dice realizzò 33 crocifissi lignei sparsi oggi nel mondo. A lui, originario proprio di Petralia Soprana, la città ha dedicato piazza Frate Umile.

Raggiungendo piazza del Popolo si scorgono diversi edifici: il palazzo del Municipio, un ex convento carmelitano; la Chiesa del Collegio e Palazzo Pottino fatto realizzare dalla famiglia del marchese Pottino di Echifaldo alla fine dell’’800, che conserva all’interno affreschi raffiguranti paesaggi locali.

Infine, una visita è d’obbligo al Museo Civico della Memoria e del Presente e al Museo Arte Contemporanea Sotto Sale nella frazione di Raffo, caso unico di un museo dentro una miniera attiva. A Raffo infatti è presente un giacimento di salgemma purissimo, a forma di uovo coricato, formato da più di 80 km di gallerie che compongono il sito estrattivo della miniera di Sale Italkali, al cui interno appunto sorge il museo.

E volete che una passeggiata alla scoperta del Borgo dei borghi 2018 non termini a tavola? Impossibile per la tradizione siciliana. Buonissimi i formaggi, la ricotta, quella tipica è la ricotta di basilico, aromatizzata con una specie di finocchietto selvatico; il fagiolo badda, un particolare fagiolo bicolore, delizioso nelle zuppe insieme al finocchietto selvatico e alla cotenna di maiale. Immancabile la selvaggina, ma anche la salsiccia, le castagne, le noci e infine i dolci, con il torrone nelle sue varietà, i biscotti, la pasta di mandorla e lo speciale sfoglio, una cassata al forno ripiena di tuma, un formaggio tipico della Sicilia, zucca candita, cannella e cioccolato.

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