Ciao!
Accedi alla Despar Sicilia

LOGIN

Viaggio in Sicilia

04/04/2024

La leggenda della “monachella” del Teatro Massimo di Palermo

Nel cuore di Palermo, in piazza Giuseppe Verdi, si trova il più grande edificio teatrale lirico d'Italia e tra i più grandi d'Europa, il Teatro Massimo Vittorio Emanuele, ai più conosciuto semplicemente come Teatro Massimo. L'imponente struttura di gusto neoclassico-eclettico saluta con due grandi leoni i visitatori e tra colonne maestose e grandi finestre ad archi è uno dei simboli della città. Ma al suo interno non ospita solo spettacoli di prestigio ed eccelsi artisti, c'è anche una inconsueta presenza che, proprio dalla sua edificazione, si aggira tra corridoi e palcoscenico. Oggi vi raccontiamo della profanazione di una tomba e della “monachella” del Teatro Massimo di Palermo che si diletta a far scherzi a chi a lei non crede!

I lavori di edificazione del Teatro Massimo e il ritrovamento della tomba di una monaca

I lavori per l'edificazione del Teatro Massimo cominciarono nel 1875 e interessarono una vasta zona del centro, che fu resa libera abbattendo alcuni edifici di culto che lì si ergevano, tra i quali la Chiesa e il Monastero delle Stimmate di San Francesco, la Chiesa e il Monastero di San Giuliano delle Teatine. Si narra che proprio durante i lavori di demolizione venne, per errore, profanata la tomba della badessa del monastero delle Stimmate. Disturbata dal suo eterno riposo la madre superiora, adirata, lanciò una maledizione che rese lunghissimi i tempi per il completamento della costruzione del teatro e quelli dei successivi lavori di restauro. Ma non solo, la sua presenza continua ancora a farsi sentire, specialmente a chi non crede alla sua esistenza.

Lo “spiddu” della monachella e il gradino del dispetto!

Lu spiddu” (ovvero spirito) inquieto della “monachella”, chiamata così per la bassa statura della suora, secondo la leggenda si palesò per la prima volta nella splendida “Sala degli specchi”, e la cantante che la avvistò perse la voce poco prima di esibirsi. Sembra che da allora non abbia mai lasciato il Teatro Massimo e che vaghi tra palcoscenico e corridoi, sale e cornicioni, e fa sentire la sua presenza ad artisti, operai e visitatori. E se per caso non credi alla sua esistenza, fai attenzione perché il suo fantasma si diletta a far “truppicare”, ovvero inciampare, gli scettici nel primo gradino della scalinata principale posta all'ingresso del teatro, chiamato dai palermitani il “gradino della suora”! Però sembra che trovi conforto se sente pronunciare la frase che capeggia sul frontone della facciata: “l’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”.