C'è una luce speciale a Siracusa, che rimbalza tra le antiche pietre e il blu del mare, accarezza i templi e si rifrange sulle acque dell’isola di Ortigia. È una città sospesa tra tempo e leggenda, dove ogni angolo racconta un frammento di storia antica, e ogni pietra custodisce il sussurro di un mito.
Culla di civiltà, Siracusa fu amata da filosofi, artisti e poeti. Qui vennero Platone, Archimede e Caravaggio che, al suo arrivo nel 1608, rimase affascinato da una grotta singolare nascosta tra le antiche cave di pietra: l’Orecchio di Dionisio.
Caravaggio e l'Orecchio di Dionisio
All’interno della latomia del Paradiso, sotto l’imponente Teatro Greco di Siracusa, si apre un varco nella roccia che sembra custodire un segreto antico. È l’ingresso di una grotta alta oltre venti metri, profonda sessantacinque, scavata nel tenero calcareo siracusano. Le sue pareti si stringono e si allargano con andamento sinuoso, come un canale d’ascolto scolpito nella pietra. A questa forma, simile a un padiglione auricolare, si deve il nome coniato proprio da Caravaggio: Orecchio di Dionisio. Si racconta che il pittore, accompagnato dallo storico Vincenzo Mirabella, rimase colpito dall’incredibile acustica della grotta, capace di amplificare ogni suono in maniera sorprendente. Perfino un bisbiglio può risuonare come un’eco lontana, rimbalzando sulle pareti con una nitidezza inquietante.
La leggenda
Si narra che Dionisio I, il tiranno di Siracusa vissuto nel IV secolo a.C., avesse fatto scavare la grotta non come semplice cava, ma come prigione d’ascolto. Secondo la tradizione, vi rinchiudeva i suoi nemici, per poi spiare i loro discorsi appostandosi in una cavità nascosta nella parte alta della grotta. Un orecchio di pietra, creato per origliare i pensieri più intimi dei prigionieri, per carpire cospirazioni e verità sussurrate nel buio.
Non si sa quanto ci sia di vero in questa storia. È più probabile che la forma particolare derivi dal percorso di un antico acquedotto, che guidò gli scalpellini a scavare verso il basso seguendo una vena di roccia pregiata. Secondo alcuni studiosi la cava fungeva anche da “cassa di risonanza” per il Teatro. Comunque sia, l’acustica straordinaria, le dimensioni imponenti, l’atmosfera sospesa: tutto contribuisce a rendere l’Orecchio di Dionisio un luogo al confine tra realtà e leggenda.
La Grotta dei Cordari
Nel complesso della latomia del Paradiso, silenziosa e maestosa, si trova anche la Grotta dei Cordari, per secoli rifugio dell'antico mestiere dei fabbricanti di corde. Tra le sue volte umide e i pilastri lasciati dai cavatori, ancora si avverte l’eco del lavoro paziente, della vita che si intrecciava con la pietra e l’acqua. Blocchi enormi pendono dal soffitto come stalattiti giganti, testimoni silenziosi di un’epoca in cui Siracusa era fucina di cultura, arte e tecnica.