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Viaggio in Sicilia

02/03/2023

U' LIOTRU E IL MAGO ELIODORO

La statua simbolo della città.

Simbolo riconosciuto della città di Catania, la fontana (meglio conosciuta come "U' Liotru") che dal 1737 troneggia in Piazza Duomo ha una storia affascinante da raccontare. Originariamente ricavata da un unico blocco di pietra lavica, la statua con l'elefante che ne costituisce l'elemento principale fu restaurata nel corso dei lavori di realizzazione della fontana curati dall'architetto Giovanni Battista Vaccarini: furono reintegrate proboscide e zampe posteriori, danneggiate dal terremoto che distrusse la città di Catania nel 1693, e furono aggiunti occhi e zanne in pietra calcarea.

Il protettore di Catania.

Tuttavia, al tempo della realizzazione della fontana, la statua era già antichissima.
In epoca preistorica, la Sicilia era abitata da elefanti nani (e proprio da questi probabilmente nacque il mito dei ciclopi, scambiati per una stirpe di uomini giganti con un occhio centrale a causa del foro corrispondente alla proboscide nel cranio dell'elefante) e leggenda vuole che durante la fondazione della città proprio un elefante abbia scacciato tutti gli animali feroci dalla zona abitata, così in suo onore fu eretta la statua.
Secoli dopo, il geografo arabo Idrisi, che visitò e narrò la Sicilia del XII secolo, scrive che la statua era considerata magica dai catanesi: credevano infatti che potesse proteggere la città dalle imprevedibili eruzioni dell'Etna.

Il mago Eliodoro tormenta la città.

Si racconta poi che intorno alla metà dell'VIII sec. d.C. sia vissuto a Catania un mago: il nobile e dotto Eliodoro, noto per la sua saggezza.
Eliodoro aveva un'unica ambizione, divenire vescovo della diocesi di Catania, così, grande fu la sua rabbia quando gli venne preferito lo "straniero" Leone II, il vescovo taumatargo originario di Ravenna.
Tanta fu la delusione del nobile che, stretto un patto con il diavolo, decise di rinnegare la sua fede, dedicandosi alla magia nera e tormentando i suoi concittadini con i suoi poteri soprannaturali.
Il mago Eliodoro truffava i mercanti dai quali acquistava ogni sorta di mercanzia con oro e pietre preziose (che si trasformavano in sassi non appena spariva), turbava le funzioni sacre e distraeva il popolo dalla vita religiosa, compariva in piazza a cavallo dell'elefante di pietra, da lui stesso scolpito con la lava dell'Etna, e facendolo correre in mezzo alla gente seminava il caos.
Fu infine il suo antico rivale Leone II (che diverrà santo) a fermarlo e liberare la città dalle sue scorrerie.
Interrotto durante una funzione sacra dall'improvvisa apparizione di Eliodoro e dei suoi seguaci, San Leone II non si lasciò importunare e, completata la funzione, lanciò una sfida al mago: chi ne fosse uscito vincitore sarebbe stato il detentore della vera fede. Venne quindi acceso un rogo di fronte alla chiesa e, tra lo stupore dei presenti, il Santo Vescovo si lanciò tra le fiamme, attraversandole e uscendone illeso.
Giunto il suo turno, anche Eliodoro, sicuro della sua magia, si buttò tra le fiamme, ma ne rimase prigioniero, bloccato dalla stola che Leone gli aveva lanciato contro.
Liberata infine dalle perfidie del negromante, Catania ne serba ancora il ricordo nella storpiatura dialettale del suo nome, "Liotru", affibbiata all'elefante di pietra con cui pare volasse da Catania a Costantinopoli.