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Crescita Personale

28/09/2020

Emotional eating: cos’è e come prevenirlo

Prendersi cura della propria salute è prima di tutto un dovere, ma spesso le emozioni o i contesti sociali in cui ci si ritrova rendono questa attenzione molto difficile, soprattutto quando si parla di cibo. Esiste, infatti, un fenomeno chiamato “fame nervosa” o “emotional eating” che identifica quel bisogno di nutrirsi non tanto per fame ma per calmare un sentimento inconscio legato allo stress. Mangiare, in questi casi, non è più un bisogno primario ma una soluzione facile per calmare delle emozioni negative come frustrazione, preoccupazione, rabbia, paura, noia o tristezza che possono derivare dal lavoro, dalle relazioni o dal contesto sociale in cui si è inseriti.
Con il cibo si cerca di coccolare la propria sfera emotiva e inconscia: non si gusta un piatto per il piacere di assaporare gli abbinamenti ma ci si abbuffa di cibo in modo così rapido da non percepirne neanche il sapore.

Il risultato nell’immediato è una sensazione di benessere e soddisfazione che presto è seguita da sensi di colpa, malessere e nuova frustrazione che fa rincominciare il ciclo che porta a una nuova abbuffata. Nel breve periodo la soluzione può essere non riempire la dispensa di cibi golosi e scrivere un diario alimentare per mantenere traccia dei propri sentimenti rispetto a ciò che si mangia.
Nel lungo periodo, invece, è bene dedicarsi a tecniche di gestione dello stress come lo yoga e la meditazione oppure affidarsi alle cure di un esperto che saprà indicare il percorso migliore per la propria situazione specifica.

Ricercare consciamente una soluzione al problema è il primo passo per riconoscerlo e risolverlo: un passo verso la crescita di sé stessi e un rapporto con il cibo più sano e salutare.