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Viaggio in Sicilia

12/03/2020

Mirabella Imbaccari: u paisi de merletti e pizzi

Nonna Maria è seduta sull’uscio di casa, testa china sul suo lavoro, sta realizzando una margherita. In realtà solo oggi ne ha cucite diverse, le regalerà alla nipote, Antonia, che andrà in sposa la prossima estate. Indosserà l’abito in pizzo siciliano che era stato della madre – secondo un’antica usanza rispettata da qualche giovane ancora oggi - ma un po’ rivisitato. Sulla schiena saranno applicate piccole margherite, tutte fatte a mano dalla nonna con la tecnica del ricamo a tombolo. Siamo a Mirabella Imbaccari, in provincia di Catania, patria di questa speciale arte del cucito.

Il ricamo a tombolo: l’arte antica delle nonne
Abile, muove svelta i fuselli in legno, su cui sono avvolti i fili di lino da intrecciare, girata e incrocio, girata e incrocio. Segue il disegno su carta appoggiato sul tipico cuscino a forma cilindrica, il tombolo appunto: ora la corolla, poi i petali. Un lavoro certosino che nonna Maria ha imparato da piccola. Dapprima guardava ammirata l’incessante lavorio delle mani della mamma e delle altre donne, le merlettaie del paese, riunite insieme a lavorare il pizzo. Un gioco di dita, di aghi spostati, di fili tirati, che ai suoi occhi da bimba aveva un fascino particolare. Poi le prime prove, all’inizio meno buone, via via più precise fino a diventare un vero e proprio mestiere. Quanti lavori realizzati negli anni, vere opere d’arte che oggi vivono in chissà quale luogo.

Un antico e prezioso sapere tramandato nei decenni.
Fu nei primi anni del Novecento che l’arte del ricamo, e in particolare del ricamo a tombolo, si diffuse a Mirabella Imbaccari. La baronessa Angelina Auteri, moglie del principe Paternò Castello di Biscari, aveva deciso di aiutare le giovani donne del paese dove amava trascorrere le sue vacanze. Nel 1910 la nobildonna chiamò da Roma quattro suore dell'Ordine di Santa Dorotea, esperte del ricamo, che si stabilirono nel palazzo per insegnare quest’arte alle giovani mirabellesi: nacque l’Opera del tombolo, un’associazione dedicata alla diffusione del ricamo a mano tra le abitanti di Mirabella. Da allora il paese perfezionò questa sua vocazione fino a diventare una delle città più famose per la lavorazione di un pizzo finissimo – apprezzato dalle donne e dagli stilisti di tutto il mondo – come recita il detto: Tòmbulu, filu, spìnguli e fusella si vìdinu pi strati a Mirabella; cutri, linzola, fediri e servizi: Chistu è u paisi de merletti e pizzi.

Dove ammirare i pregiati pizzi
La città ha da sempre celebrato il suo prezioso ricamo, oggi candidato a essere patrimonio immateriale dell’Unesco e dal 2007 inserito nel Registro delle Eredità Immateriali della Regione Siciliana.
Dal 1961 al 1974 Mirabella Imbaccari ha organizzato la Mostra del tombolo che nel 1986 è divenuta mostra permanente, oggi conservata al Museo del tombolo. Le creazioni più pregiate sono tuttavia custodite gelosamente all’Istituto delle Suore di San Dorotea. Ogni tanto pure nonna Maria va ad ammirarle, sperando che un giorno, chissà, anche qualcuna delle sue creazioni sia esposta in bella vista.

foto di Fabrizio Cremona tratta da qui

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