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Viaggio in Sicilia

13/02/2020

Palazzolo Acreide, là dove la storia si è fermata

Quando passeggi per le sue vie, l’anima antica di Palazzolo Acreide è ancora palpabile, tesoretto di preziose testimonianze storiche che rendono questo borgo tra i più belli del nostro paese, e uno dei luoghi archeologici più interessanti d’Italia. Adagiato sui Monti Iblei, non poco lontano dal fiume Anapo, il comune aretuseo è stato dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Scopriamone alcune meraviglie.

Il comune dai tanti caratteri
Di Palazzolo ci s’innamora al primo sguardo. La sua storia, testimoniata da tanti ritrovamenti; la sua vivacità culturale, con le feste religiose, ma anche folcloristiche, dai presepi di Natale ai carri allegorici del famosissimo Carnevale, agli appuntamenti estivi nel teatro greco dell’Akrai, alle sagre popolari; la sua tradizione contadina, emblematica è la casa Museo di Antonino Uccello che regala un tuffo nella vita agricola di un tempo; la sua ricchezza gastronomica con i piatti tipici locali; il suo barocco che caratterizza gran parte dell’architettura cittadina post terremoto 1693; il suo patrimonio naturalisticocon la Valle dell’Anapo e la necropoli di Pantalica, le cave di Cardinale e il bosco di Baulì. Tanti i caratteri che convivono armoniosamente nel piccolo comune siracusano.

L’Akrai: il cuore antico di Palazzolo Acreide
Nel 664 a.C. i Corinzi, che decenni prima avevano fondato Siracusa, decisero di sistemarsi sul colle della Pinita per avviare la loro espansione territoriale in tutta la Sicilia. Qui eressero la loro prima colonia, Akrai, da cui controllare le vie di comunicazione e proteggersi da eventuali attacchi. Akrai nei decenni ebbe una vita ricca e florida, fino all’827 d.C. quando, secondo la tradizione letteraria, fu distrutta dagli Arabi per essere poi ricostruita tempo dopo, ma più in basso rispetto a prima. Della vita antica oggi restano importanti testimonianze, tra cui il teatro greco e i santoni.

Il teatro del cielo
Un luogo in cui la memoria incontra il futuro: il teatro greco dell’Akrai è infatti scenario di diversi appuntamenti culturali di Palazzolo Acreide. Qui si svolgono il Festival Internazionale del Teatro Classico dei Giovani, organizzato dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico, in collaborazione con il comune palazzolese, che richiama ogni anno giovani da tutto il mondo per reinterpretare i testi classici, e una seguita rassegna estiva di musica classica che sfrutta l’acustica naturale del teatro.
Chiamato il teatro del cielo per l’effetto di sospensione che offre al turista, il teatro dell’Akrai risalirebbe al III sec. a.C.

Due le sue particolarità: la prima, non ancora chiarita, è la presenza di uno stretto passaggio che collega il teatro con il bouleuterion, un monumento scoperto nel 1820, ma portato alla luce solo nel 1944 dallo studioso Bernabò Brea. All’inizio si pensava fosse un piccolo teatro al coperto usato per le audizioni musicali, ma oggi è più accreditata l’ipotesi che si tratti del luogo in cui si riuniva il senato della città. Il piccolo passaggio, del quale non si sa ancora la data di costruzione, pare servisse per collegare segretamente il teatro, più “plebeo”, al luogo dove invece si riunivano gli esponenti della boulè.
La seconda singolarità del teatro riguarda invece l’orchestra di forma semicircolare, una cosa rara in quanto tutti gli altri teatri greci avevano l’orchestra di forma circolare. Questo faceva sì che la scena teatrale fosse più compressa, forse perché il teatro fu costruito in un’area già abitata pertanto più limitata – da qui anche spiegate le ridotte dimensioni della struttura.

I Santoni
Dodici grandi rilievi scolpiti nella roccia che rappresentano un ritrovamento unico al mondo, dedicato al culto della Magna Mater. Sono i Santoni e, seppure oggi siano in uno stato di abbandono, meritano di essere ammirati. Sono stati ritrovati nelle necropoli dell’area archeologica dell’Akrai e pare risalgano tra la fine del IV e il III sec. a. C.. In ognuna delle rappresentazioni compare la dea Cibele, la gran madre degli dei, la dea asiatica della natura; in dieci quadri è raffigurata seduta di fronte, in altri due è invece attorniata da altri personaggi che, a causa del pessimo stato in cui questi resti si trovano, sono purtroppo poco identificabili. Resta comunque la loro importante valenza culturale e religiosa.

“È verso Palazzolo Acreide che vi converrà volgere i passi dove non solo piace la fisionomia settecentesca dell’abitato, ma seducono le rovine dell’epoca greca”, diceva Gesualdo Bufalino. Accade ancora oggi di essere sedotti dall’atmosfera eterea che nel paese si respira e che accompagna i visitatori in un viaggio alla scoperta del nostro passato.

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