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Viaggio in Sicilia

11/04/2019

Il cannolo di Piana degli Albanesi: croccante incrocio di identità

Chi visita Piana degli Albanesi non può di certo dire di no al suo cannolo, vera leccornia per il palato. Cialda croccante, rigorosamente artigianale, farcita con ricotta di pecora prodotta in zona, quello di Piana degli Albanesi è il cannolo più famoso di Sicilia. E poco importa se la storia del suo arrivo nel comune in provincia di Palermo sia ancora ignota: la cosa più importante è che abbia nei secoli mantenuto la sua bontà naturale. Una crema squisita, solo ricotta di qualità, prodotta con il latte delle pecore allevate nell’area limitrofa, leggermente setacciata e poco zuccherata, accompagna una cialda saporita, più grande rispetto a quella dei cannoli del resto della Sicilia, realizzata artigianalmente, da gustare pochi secondi dopo essere stata farcita per poterne apprezzare la croccantezza. E così, grazie a una ricetta che si tramanda da generazioni, il comune palermitano è diventato famoso in tutto il mondo: immancabile infatti la degustazione di cannoli per i tanti turisti che durante le escursioni alla scoperta della più importante colonia albanese di Sicilia ne vogliono testare anche le prelibatezze culinarie. Quasi un’isola nell’isola, potremmo definire questa città fondata nella seconda metà del XV sec. da gruppi di albanesi in cerca di rifugio dall’invasione turca della penisola balcanica, che ancora oggi a distanza di secoli mantiene la sua doppia identità etno-linguistica, ospitando il nucleo più numeroso di albanesi a livello regionale.

A Piana degli Albanesi le due anime, quella italiana e quella albanese, convivono pacificamente da secoli, rendendo ancora più affascinante questo luogo, passato alla storia per la strage di Portella della Ginestra. Era il 10 maggio del 1947 quando la banda guidata dal bandito Salvatore Giuliano sparò contro la folla riunita per celebrare la festa dei lavoratori. Undici le persone che furono assassinate in quello che si rivelò essere un giorno centrale nell’evoluzione storica e politica dell’intero Paese. Per commemorare la memoria delle vittime e tramandare alle generazioni future la strage, a pochi chilometri da Piana, proprio nella zona in cui avvenne fisicamente l’eccidio, è stato realizzato il “Memoriale di Portella delle Ginestre”, un’opera di land art, ovvero arte del territorio, realizzata dal pittore e scultore Ettore de Conciliis, con la collaborazione del pittore Rocco Falciano e dell'architetto Giorgio Stockel.

Ma Piana degli Albanesi è anche bellezza artistica, con diverse chiese in stile barocco, e paesaggistica, una vera oasi naturalistica situata all’interno della Riserva Naturale Serre della Pizzuta, in cui convivono lago, monti e la tipica campagna rurale. Periodo ideale, se state programmando un’escursione in questa zona, è proprio questo: il 23 aprile infatti si celebra la Festa di San Giorgio Megalomartire, venerato come patrono dalla comunità di Piana sin dal ‘400, anche se i festeggiamenti durano diversi giorni. Il 23 aprile una solenne processione per le vie della città rappresenta il momento più toccante con l’uscita della reliquia del Santo, seguita dal gruppo statuario scolpito da Nicolò Bagnasco, tra grida e canti dei fedeli, l’allegro frastuono delle campane, la musica della banda e lo scoppiettio di caratteristici mortaretti. Il gruppo di portatori che per tradizione devono avere massimo ventisei anni di età, la porta a spalla nel centro cittadino, nel cosiddetto “Ballo di San Giorgio”. Accanto all’aspetto religioso, anche momenti di folklore con la “Mostra di Mezzi Agricoli", la "Giornata del Cavallo", la "Sfilata e benedizione dei cavalli" e l’immancabile degustazione di prodotti tipici, come il pane caratteristico della zona, l'olio d'oliva, i rinomati prodotti caseari e ovviamente il cannolo di ricotta!

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