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Viaggio in Sicilia

21/03/2019

La cattedrale di San Nicolò a Noto: dopo il crollo del soffitto, la gloriosa rinascita.

25 mila metri cubi di muratura ricostruita per un totale di 150 mila blocchi utilizzati. Sono i numeri straordinari di una lunga ristrutturazione durata undici anni: esempio unico di costruzione di un monumento, interamente in muratura, in zona sismica.

Era la sera del 13 marzo 1996 quando un boato scosse la città di Noto a causa dell crollo quasi totale del soffitto della Cattedrale dedicata a San Nicolò. Del gioiello barocco rimase in piedi solo un pezzo della cupola: la lanterna, l’intera navata centrale, quella laterale destra e l’altra parte della cupola stessa si sbriciolarono totalmente. Una perdita incommensurabile, subito seguita da un’attenta riedificazione.

Distruzione e rinascita: una storia che purtroppo si è ripetuta spesso nella cittadina in provincia di Siracusa, il cui centro storico dal 2002 è Patrimonio dell’Umanità Unesco. Nei secoli sono stati tanti gli eventi sismici che hanno colpito la zona, provocando danni ai tanti monumenti, primo fra tutti per gravità certamente il terremoto del 1693 che devastò l’intera Sicilia con oltre 60 mila vittime. I vari processi di ricostruzione della cattedrale le diedero via via nel tempo la struttura attuale, completata nel XIX, dopo l’ennesimo terremoto, dalla cupola realizzata da Cassone.

Imponente nella struttura, si erge sulla sommità di una solenne scalinata a tre rampe, costruita nel ‘700, ma completamente ristrutturata agli inizi del secolo successivo, e meta religiosa, dopo che Papa Benedetto XVI la elevò a Basilica Minore nel 2012: la Cattedrale è ogni anno meta di migliaia di turisti da tutto il mondo. Una bellezza architettonica, grazie ad una ricostruzione che a oggi è riuscita a restituirle le forme e i volumi del XVIII secolo, che si fa involucro di un itinerario di fede in cui si possono incrociare “estetica ed etica, bellezza, verità e bontà” (cfr. Benedetto XVI, Discorso agli artisti nella Cappella Sistina, 21 novembre 2009). Esempio supremo dell’architettura tardo barocca del Val di Noto, la facciata della Cattedrale, raccolta tra due torri campanarie, fu realizzata in pietra calcarea tenera con elementi di ispirazione neoclassicista. Il suo colore, una pietra color miele, conquista chi la ammira: di giorni i raggi del sole illuminano la facciata di pennellate color oro, di notte le luci artificiali si riflettono sulla pietra regalando un effetto assolutamente incantevole. E se l’esterno è tanto magnificente, l’interno non è da meno: a croce latina e con tre navate, prima del crollo del ’96 custodiva prestigiosi affreschi dei pittori Bandinelli e Arduino realizzati nell’immediato dopoguerra e commissionati dall’allora sindaco come voto di devozione al Santo Patrono della città e della Diocesi di Noto, Corrado Confalonieri, i cui resti sono ancora oggi conservati in una preziosa arca d’argento, l’Arca Sacra, lavorata da Claudio Lo Paggio di Lione nel XVI secolo. La ricostruzione predilesse invece ampi spazi bianchi, semplici con qualche decorazione barocca. Da menzionare l’altare maggiore, in marmo policromo, con alle spalle il trittico raffigurante San Nicolò al centro, San Corrado a sinistra e San Guglielmo a destra e la cappella dedicata al SS. Sacramento ornata da stucchi realizzati nel 1899 dagli scultori Giuliano da Palazzolo e Senia da Noto. Riaperta al culto il 18 giugno 2007, la Cattedrale è un esempio di restauro ammirevole in cui antico e moderno convivono alla perfezione: materiali millenari, come la pietra calcarea e la calce, accanto ad elementi moderni come le fibre di carbonio, e tecniche storiche accanto a tecnologie più avanzate.

La Cattedrale certamente, ma è l’intero tessuto urbano a rendere Noto la “Capitale del barocco”, meta prediletta della Sicilia, emblema in tutto il mondo di quella fantasia e ricchezza tipiche dello stile settecentesco. Proprio tra queste meraviglie, a maggio, si svolge la famosa “Infiorata”, una delle più belle manifestazioni folcloristiche di tutto il Sud Italia, durante la quale la città diventa un giardino dai mille colori e profumi,mentre un caratteristico "tappeto fiorito" ricopre Via Corrado Nicolaci. Quest’anno, dal 17 al 19 maggio, si celebra la 40^ edizione, che sarà dedicata ai “Siciliani in America”.

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